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Immagine del redattoreconcordiola

L’ORATORIO DI SAN PIETRO DEI DISCIPLINI, ora SANTUARIO DELLA MADONNA DELL’AIUTO

Aggiornamento: 3 mag 2021

Il piccolo edificio religioso si trova nel cuore di Gorgonzola, in una piazzetta che conserva il nome della originaria titolazione della chiesa: san Pietro. L’edificio venne probabilmente edificato nel corso del XIII secolo come cappella aperta alla popolazione del vicino convento degli Umiliati, di cui si conservano tracce nella Corte dei Chiosi (ingresso dall’attuale via Piave n°12), quando l’area era all’estremo margine settentrionale dell’abitato[1]. E’ il più antico degli edifici religiosi di Gorgonzola: infatti delle altre sei chiese citate nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani alla fine del XIII secolo - S. Protaso, S. Giuliana, S. Maria, S. Michele, S. Erasmo, S. Vito - non restano tracce (la parrocchiale dei santi Gervaso e Protaso venne edificata ex novo nel 1806 da Simone Cantoni).[2]

[1] Per ulteriori notizie sullo sviluppo urbanistico di Gorgonzola tra IV e XIX secolo, cfr. l’articolo di Claudio M.Tartari in L’Ospedale Serbelloni a Gorgonzola, Roma 2009. [2] B.GIUSSANI, M.C.RICCI, La chiesa parrocchiale dei S:S:Protaso e Gervaso di Gorgonzola, ivi 2006

Il culto della Beata Vergine di Bobbio venne introdotto a Gorgonzola nella prima metà del XVII secolo dal vescovo Francesco Maria Abbiati, vescovo e conte di Bobbio dal 1618 al 1650, dove fece edificare il grande santuario mariano. Nativo di Gorgonzola, qui morì e trovò sepoltura nella cappella di famiglia nell’antica chiesa parrocchiale, già citata nel 1607 in un decreto del cardinale Federico Borromeo. [1]

Il quadro venne probabilmente donato alla comunità di Gorgonzola per proteggerla dalla peste che nel 1630 colpì il Milanese. Lo stemma araldico del vescovo, in oro e nero, sormontato dal cappello vescovile, è raffigurato ai piedi dell’immagine mariana.


Francesco Maria Abbiati apparteneva ad una ragguardevole famiglia di Gorgonzola: documenti notarili attestano che nel Seicento era proprietaria della cascina Pagnana, mentre dal primo catasto asburgico del 1722 il barone Giuseppe Abbiati risulta proprietario di 4 fabbricati e 176 pertiche di terreno.

[1] A.S.D.Mi, vol.XXVII, cap.30.



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