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L’azienda della Nobil Casa Sola Busca a Gorgonzola

Aggiornamento: 29 ott 2021


Nel 1906, anno dell’Esposizione Internazionale di Milano, la Società Agraria di Lombardia pubblica un opuscolo in occasione del Congresso Agrario Nazionale, tenutosi dal 20 al 26 maggio.

L’azienda della Nobil Casa Sola Busca a Gorgonzola è l’articolo di apertura dell’opuscolo, scritto per fornire notizie sulle escursioni raccomandate ai congressisti: esso fornisce preziose informazioni sulle colture e le condizioni di vita dei contadini che lavorano le terre dell’Alta pianura, da pochi anni resa più produttiva a seguito dell’attivazione, nel 1890, del canale Villoresi.

L’azienda di Gorgonzola, di proprietà della nobile Casa Sola Busca, è un vasto podere della superficie complessiva di 28000 pertiche milanesi, corrispondenti a circa 1873 ettari. Questo possedimento, data la sua vastità ed il fatto di essere attraversato dal Naviglio della Martesana, riunisce in sé i caratteri delle due zone, L’Alta a colonia e la Bassa a grande affitto, nelle quali agrariamente è divisa la nostra Provincia.

E’ alla visita della parte situata nella zona alta che i signori Congressisti sono invitati.

Questa si estende a nord del Naviglio della Martesana e occupa una superficie di circa 6000 pertiche milanesi, pari a ettari 200. E’ affidata a 150 famiglie coloniche le quali coltivano ognuna da 30 a 60 pertiche (da 2 a 4 ettari). Le cascine che compongono questa parte dell’azienda sono le seguenti: Cascina Palazzina con due famiglie coloniche, Cascina Riva con tre, Cascina Ronchetta con due, Cascina Fornasetta con due, Cascina Gerla con due, Cascina Ruscona con sei, Cascina del Bosco con cinque, Cascina Novellara con quattro, Cascina Nuova con cinque, Cascina Giugalarga con quattro, Cascina Antonietta con quattordici. Inoltre a Gorgonzola alloggiano novantadue famiglie.


PATTO COLONICO


Il patto colonico tradizionale nell’Alto milanese, e che ancora vige con predominio, ha come caratteristiche:

a) Il pagamento, a titolo di canone annuo d’affitto, di una data quantità di grano, da consegnarsi alla raccolta;

b) la divisione a metà delle spese e prodotti della coltivazione dei bachi, ai quali viene somministrata la foglia prodotta sul terreno dato a colonia al contadino;

c) l’obbligo delle giornate padronali;

d) Il pagamento d’appendizi (pollame, uova, ecc.);

e) la durata annuale del contratto.


In questi ultimi anni un’altra forma di contratto va facendosi strada: l’affittanza a denaro, mediante la quale al contadino viene data una certa superficie di terreno (2-3 ettari) dietro pagamento di un canone annuo d’affitto, restando a lui tutti i prodotti del fondo, bozzoli compresi. Tale contratto è pure quasi sempre annuo.

Nell’azienda Sola Busca vigono entrambe queste forme, ma con qualche buona modificazione, e cioè il primo contratto, ma senza obbligo delle giornate padronali e degli appendizi, ed il secondo nel quale è conservato al colono l’obbligo di ritirare i bacolini dalla Casa padronale, che a sua volta provvede direttamente all’incubazione e nascita del seme, alla disinfezione degli attrezzi e dei locali e alla vendita in comune dei bozzoli.

Nel primo caso viene pagato un affitto variabile da litri 20 a 30 di frumento la pertica; nel secondo vengono pagate dalle 9 alle 10 Lire pure a pertica. Il prato stabile, nell’un caso e nell’altro, viene affittato a parte, in ragione di L. 12-15 alla pertica (ogni colono ne ha dalle 4 alle 5 pertiche). L’affitto delle case e dei rustici è pure a parte e si valuta a L.150 circa per due stanze, il granaio, la stalla, la cascina, il portico, la concimaia, il pollaio.


ROTAZIONE E NOTIZIE SULLE PRINCIPALI COLTIVAZIONI ERBACEE E LEGNOSE


Relazione – Coll’antico contratto colonico il contadino è condotto a coltivare la metà del suo terreno a frumento, per assicurarsi il prodotto che serva a pagare l’affitto, ed a estendere il prato per mancanza di irrigazione, per poter destinare il resto della superficie alla coltivazione del mais, col cui prodotto alimenta la propria famiglia. Di qui la necessità di sistemare le proprie coltivazioni secondo la rotazione biennale: 1° anno mais, 2° anno, frumento con trifoglio: rotazione seguita in quasi tutto l’Alto Milanese. Talora dopo la raccolta del grano, in quei terreni nei quali non fu seminato il trifoglio, si mette il miglio od il mais quarantino. Spesso tra il granoturco si seminano i fagioli, più spesso il ravizzone, che poi in primavera si trapianta in appezzamenti speciali.

(….) Infine abbiamo la coltivazione del gelso, molto intensiva, data la forte quantità di bachi messa da allevare. In generale i gelsi sono posti in filari a distanze tali, che su un ettaro di terreno ci sono 150-170 piante. (…). Esse sono disposte lungo i margini dei campi ed hanno il vantaggio che, oltre dare un ingente prodotto in foglia, non ingombrano il terreno, in maniera che i lavori con gli aratri e colle macchine riescano più spediti.

L’impianto dei nuovi filari e delle siepi è a carico completo della Casa padronale; pel rinnovamento il colono presta il lavoro, il proprietario dà l’asta ed il letame.

BESTIAME


Le fortunate condizioni di questa azienda permettono il mantenimento di un numero di capi di bestiame relativamente forte e cioè: Vacche 349, Allievi 45, Vitelli 58, Cavalli 93, Muli 2, Asini 47, Maiali 163.

L’industria del bestiame si fonda essenzialmente sullo sfruttamento della vacca da latte.


ALLEVAMENTO DEI BACHI


Nel complesso di tutta l’azienda, si mettono ogni anno in incubazione circa 290 oncie di seme, la cui produzione media è di 55-60 kg. di bozzoli per oncia. Le disinfezioni preventive accurate e le buone pratiche che i coloni devono osservare, sono con ogni diligenza impartite dall’Agente della Casa, signor Luigi Mauri. Ogni colono alleva nei propri locali da 1 a 3 oncie di seme.

Nella Casa padronale, poi, ci sono ampie bigattiere, le quali servono di scorta, sia per dar ricovero ai bachi allevati da famiglie che dispongono di ambienti non sufficienti, sia per gli allevamenti di quelle famiglie le quali nelle proprie abitazioni, per varie cause, non riescono ad ottenere buoni risultati.


COOPERAZIONE


Le famiglie coloniche sono riunite in una Associazione con carattere cooperativo, la quale acquista e noleggia macchine agricole (trebbiatrice, sgranatoio, seminatrici, svecciatoio, aratri, ecc,); compera, per conto dei soci: sementi, concimi e panelli; vende collettivamente i prodotti e provvede alla mutua assicurazione contro la mortalità del bestiame.

Coll’appoggio poi della Commissione Provinciale pel miglioramento del bestiame, avente sede presso la Cattedra Ambulante d’Agricoltura, si è istituita una stazione di monta taurina, dotata di due tori di razza Schwytz.


NOTIZIE SPECIALI SULLA “ CASCINA ANTONIETTA”


Tra le numerose Cascine situate nell’Alto milanese, la Cascina Antonietta si può considerare come quella che riassume le caratteristiche migliori sia dal lato costruttivo, sia dal lato economico, poiché sobria ed elegante, priva di qualunque lusso architettonico, risponde ad una bene ordinata distribuzione degli ambienti ad usa o di abitazione, o di stalle, o d’altro.

Al piano terreno sono disposte le cucine, ampi locali muniti di finestre e porte, di camini e sfiatatoi, in modo da riuscire igienici e comodi per la salute dei contadini, ed assai adatti all’allevamento dei bachi, che si fa essenzialmente in questi ambienti. Davanti ad essi corre un largo portico comune, il quale, oltre riuscire comodo alle massaie pel disbrigo delle domestiche faccende, e servire da deposito pei piccoli attrezzi rurali, rende più salubri e igienici i locali terreni. Al piano superiore – in comunicazione coll’inferiore per mezzo di due ordini di scale – e soprastante al portico, havvi una lunga e vasta loggia, sulla quale danno le porte delle numerose camere di questo piano, le quali in tal modo restano indipendenti l’una dall’altra; condizione questa assai apprezzata, pel fatto che questi locali sono destinati, per la massima parte, a camere da letto. Superiormente a questo locale corre un vasto solaio, che, benissimo adattato, è diviso in altrettante camerette, corrispondenti a quelle dei piani inferiori; servono ad uso di granaio.

Ai lati di questo primo fabbricato ne sorgono altri due i quali sono destinati ad uso di stalle e deposito. Le stalle sono ampie, costruite nella massima parte a voltini con longarine, provviste di ampie aperture, di mangiatoie, di scolo per le deiezioni liquide, in maniera che rispondono a tutte le esigenze richieste dall’igiene per un buon mantenimento del bestiame. Davanti ad esse un vasto porticato, sotto il quale sono ricoverati i carri e gli attrezzi rurali. Sovrastanti alle stalle, di area uguale a quella delle stesse e del portico, stanno degli ampi fienili, che servono pel deposito dei foraggi e della legna.

Infine, di fronte al fabbricato centrale, nascosta in una bassa costruzione, è messa la letamaia, divisa in altrettanti scompartimenti quanti sono le famiglie. E’ semplice ed economica, costruita col fondo di terra battuta, coperta di argilla.

Nella Cascina Antonietta sono ricoverate 14 famiglie coloniche, con un complesso di circa 130 persone, occupando i 53 locali d’abitazione dei quali è composto il cascinale. Il costo complessivo di tutti i fabbricati Cascina Antonietta è di L.110.000 circa”.


Biblioteca della Società Agraria di Lombardia (segnatura 2907)



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